venerdì 3 febbraio 2012

Seno: protesi difettose, chirurghi plastici denunciano la Pip

«Nello scandalo delle protesi Pip non solo le pazienti, ma anche noi chirurghi siamo parte lesa». È quanto affermano i medici dell'Aicpe, l'Associazione che riunisce i chirurghi plastici estetici, che hanno deciso di denunciare la società francese Poly Implant Prothesis, produttrice delle orami famigerate protesi, e dell'ente certificatore tedesco T.U.V. Rheinfeld, responsabile dei controlli. «Abbiamo depositato al tribunale di Roma una querela contro il fabbricante delle protesi Pip e contro chi avrebbe dovuto controllarle, in quanto i chirurghi che hanno utilizzato gli impianti incriminati sono stati oggetto di truffa, alla stregua di tutte le pazienti - afferma Mario Pelle Ceravolo, vicepresidente di Aicpe, la prima associazione in Italia che riunisce chirurghi plastici che si dedicano principalmente all'aspetto estetico -. Siamo stati ingannati da un prodotto regolarmente accreditato con marchio CE e che, all'esame visivo, possedeva caratteristiche fisiche del tutto appropriate e ottimali per i tipi di intervento di mastoplastica che dovevamo effettuare - afferma il vicepresidente di Aicpe -. Abbiamo operato nel rispetto delle norme che regolano la professione medica, osservando le leggi vigenti in tutti gli stati europei». Anche l'elemento "prezzo" non ha permesso alcuna valutazione: «Le protesi Pip avevano un costo paragonabile a quello di altre protesi prodotte da ditte diverse, non sono state scelte sulla base di un costo inferiore ma per le loro caratteristiche intrinseche», aggiunge. L'utilizzo ultradecennale delle protesi Pip, inoltre, costituiva un ulteriore elemento tranquillizzante circa l'affidabilità del prodotto, dal momento che la letteratura scientifica non forniva elementi di segno negativo diversi da quelli delle altre protesi in commercio.
Al medico che ha collocato protesi Pip «non può quindi essere riconosciuta nessuna colpa in quanto ha utilizzato un prodotto con marchio CE, riconosciuto sia dalla comunità scientifica, sia dagli organismi incaricati del controllo sulla qualità». 


Dottor Ivan La Rusca

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