venerdì 3 febbraio 2012

Protesi Pip al seno, indaga la procura. L'inchiesta sugli impianti non omologati.

Protesi al seno targate Pip, indaga la procura. A un mese dall'inchiesta avviata dai magistrati torinesi in seguito allo scandalo scoppiato in Francia che ha travolto la ditta oltralpe Poly Implants Prothese, adesso anche i pm di piazzale Clodio hanno aperto un fascicolo con l'ipotesi di reato di frode in commercio. 
Nessuna iscrizione nel registro degli indagati, per ora sul tavolo del procuratore aggiunto Roberto Cucchiari e del pubblico ministero Mario Dovinola c'è solo la denuncia presentata dalla Nicogen Srl, un'azienda romana che produce forniture per cliniche ed ospedali.
Nell'esposto arrivato in procura circa una settimana fa, viene indicata una società con sede a Firenze, concessionaria della ditta francese produttrice delle protesi mammarie sotto accusa. Riempite da silicone commerciale e per questo ritirate dal mercato, perché composte da materiale non conforme agli standard internazionali. Secondo le autorità sanitarie, infatti, chi ha le protesi della Pip ha rischi più elevati di fughe di silicone e di rottura dell'involucro. Un "danno d'immagine"  -  si legge nelle quattro pagine della denuncia  -  che ha spinto la Nicogen a passare alle vie legali.
L'inchiesta corre parallela con quella piemontese, dove il pubblico ministero Raffaele Guariniello ha già iscritto nel registro degli indagati JeanClaude Mas, il titolare della ditta francese fermato qualche giorno fa a Var. Il Ministero della Salute, intanto, ha disposto un censimento in tutte le strutture sanitarie, pubbliche e private, per individuare le persone portatrici delle protesi.


Dottor Ivan La Rusca

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