venerdì 23 dicembre 2011

PROTESI PIP

E' allarme per le protesi Pip al seno, un allarme a livello mondiale. Prodotte in Francia, per l'80% vengono esportate in moltissimi Paesi di tutoli mondo, ad esempio Gran Bretagna, Spagna, Brasile, Argentina, Cile, Colombia e Venezuela. In Italia le donne che ne fanno uso potrebbero essere ben cinquemila. Il rischio che corrono le tantissime donne che hanno fatto uso di tali protesi è infatti quello di ammalarsi di tumore. Al momento c'è ancora parecchia confusione sul caso: le autorità britanniche ad esempio hanno invitato le donne che se le sono fatte impiantare a non farsi operare per toglierle: il rischio cancro non sarebbe stato dimostrato, almeno per il momento. Nel Regno Unito le donne che ne fanno uso sono ben 40mila. Altri Paesi stanno prendendo provvedimenti diversi:  il Brasile ad esempio ne ha vietato l'importazione sin dal 2010, mentre negli Stati Uniti, dove comunque non sembra siano state esportate, la commissione sanitaria apposita sostiene non sia stata provata la dannosità del prodotto. Tutto è nato da quando in Francia si è verificato un tasso di rottura delle protesi Pip superiore alla media mentre il mese scorso una donna è morta dopo essersi ammalata di tumore, una forma rara che sarebbe anche l'ottavo caso del genere. Rompendosi la protesi, infatti, il silicone andrebbe in circolo nell'organismo provocando il tumore. Anche se delle 30mila donne francesi che adoperano queste protesi, circa mille hanno subito la rottura senza almeno al momento aver subito danni. Al momento la Francia avrebbe comunque ordinato a tute le donne che ne fanno uso di farsele espiantare. Ma cosa sono le protesi Pip? Il loro problema principale consisterebbe nel fatto che sono prodotte con un gel non conforme: come ha fatto notare il ministero della sanità italiano, il loro basso costo avrebbe dovuto far nascere qualche sospetto. Si tratterebbe di un gel al silicone di tipo industriale differente da quello che ha invece il certificato necessario per vendere le protesi nell'Unione europea. In Italia sarebbero una minoranza rispetto a quelle che usano le donne. Come ha fatto notare qualche esperto, c'è una differenza dal punto di vista dell'impianto proteico e da quello organico e anche il tipo di impianto effettuato presenta differenze. Quando si è davanti a un caso di mastectomia (cioè quando la mammella viene esportata per un caso di malattia come un tumore al seno) il silicone sostituisce la maggior parte del tessuto muscolare e adiposo. Dunque il corpo umano è molto esposto a infiltrazione di silicone: le operazioni di impianto di protesi al silicone richiedono dunque alta sicurezza in casi come questi.
In ogni caso comunico che: le protesi PIP, di cui tanto si parla sui media in queste ore, non sono mai state utilizzate dal sottoscritto. Usiamo, altresì, solo protesi di altissima qualità, come Certificato dalle etichette rilasciate al momento dell'intervento. Restiamo a disposizione per ogni chiarimento sia per le nostre pazienti, che per pazienti non operate dal sottoscritto ma con dubbi o domande a riguardo.

martedì 13 dicembre 2011

AUMENTO VOLUMETRICO LABBRA

L'utilizzo di fillers iniettabili sono una delle metodiche più diffuse per il ringiovanimento cutaneo.
Con l'avanzare dell'età i tessuti sottocutanei che supportano la tonicità della cute e rendono il volto "giovane", cominciano gradualmente ad assottigliarsi, rendendo accentuate le normali rughe di espressione; questo processo è aggravato dall'esposizione solare, diete, fattori genetici.
I filler sono i materiali che vengono impiegati per la correzione di questi inestetismi cutanei mediante "il riempimento" di rughe cutanee, delle cicatrici infossate o anche per l' ingrandimento delle labbra. Questi difatti permettono di colmare il deficit creatosi al livello del tessuto dermico.
Sebbene ne esistano in commercio moltissimi, ognuno di loro presenta pregi e difetti specifici.
Tutti i fillers vengono iniettati localmente nell' area da trattare, e la maggior parte di essi consente di ottenere un effetto temporaneo, di durata variabile e dipendente dal tipo di materiale impiegato.
Ricordiamo che l'impiego di filler non riassorbibili è sconsigliato in quanto possono dare serie complicanze di non facile risoluzione; Inoltre tra i filler non riassorbibili, il silicone liquido è vietato dalla legge.
I primi, tra i quali bisogna ricordare il collagene, hanno il difetto di esporre a reazioni allergiche e di essere generalmente riassorbiti con rapidità.
Tra i fillers sintetici, l' acido ialuronico è al momento sicuramente il filler più utilizzato e con minori complicanze riportate in letteratura. Si tratta di un gel viscoelastico derivato da un polimero naturale dell' acido ialuronico. Poiché questo è un normale componente polisaccaridico della matrice intercellulare, non si verificano reazione allergiche al materiale quando viene iniettato per la correzione di inestetismi.
La durata dell' effetto è limitata a circa 8 mesi, ma, data la facile disponibilità del materiale ed il costo abbastanza contenuto, è possibile programmare la ripetizione del trattamento ad intervalli periodici per garantire il mantenimento del risultato.
I filler di ultima generazione sono più sicuri, hanno una maneggevolezza maggiore, e danno dei risultati stabili nel tempo; tra questi ricordiamo lo Juvederm® (Allergan) e il Restylane® (Q-Med).
Non esistono al momento controindicazioni conosciute al trattamento delle rughe con acido ialuronico. Poiché l' acido ialuronico è un normale componente della matrice intercellulare di tutti gli organismi viventi, incluso l' uomo, non è necessario prendere particolari precauzioni contro la possibilità di reazioni allergiche. In tutti gli studi effettuati, l' acido ialuronico ha dimostrato un' elevatissima compatibilità e sicurezza, ed in particolare, essendo prodotto per sintesi e non per purificazione da derivati animali, il materiale non espone al rischio di trasmissione di malattie o di reazioni indesiderate in pazienti con ipersensibilità a cibi comuni come carne di manzo, pollo o uova.
Ove necessario può essere utilizzato un'anestesia locale (tronculare), come quella del dentista, per addormentare le aree da trattare.
Utilizzando una siringa con ago molto sottile, il gel di acido ialuronico viene infiltrato superficialmente nella pelle, immediatamente al di sotto delle rughe da trattare. Il quantitativo di gel da infiltrare varia in base alla profondità ed all' estensione delle rughe. Nella maggior parte dei pazienti è sufficiente impiegare 1 ml. Di acido ialuronico.
Non sono descritte vere e proprie reazioni allergiche all' acido ialuronico. In 1 caso su 2000 si sono verificate lievi reazioni di ipersensibilità (rossore e modesto gonfiore), di durata limitata e prive di conseguenze.
Durante le prime 6-12 ore, soprattutto nelle pelli più delicate, si possono notare delle piccole strie arrossate, corrispondenti alle zone di passaggio dell' ago. Queste strie, quando presenti, scompaiono rapidamente e senza lasciare traccia. Durante la prima giornata si consiglia di bere abbondantemente, in modo da idratare i tessuti e migliorare l' efficacia del trattamento (l' acido ialuronico ha la proprietà di richiamare acqua in modo da mantenere costante nel tempo il suo volume). Inoltre è sconsigliata l'esposizione al sole durante le prime 48 h.
L' intervento non è doloroso,se non la sensazione di piccoli fastidi legati alle punture dell' ago.
Se si esclude il modesto rossore nelle aree trattate, avvertibile in qualche caso durante le prime 6-12 ore, l' infiltrazione di acido ialuronico non lascia segni visibili nelle aree trattate
Il risultato è immediatamente visibile ed apprezzabile. La durata della correzione ottenuta è variabile in base al tipo di acido ialuronico impiegato. Nella maggior parte dei casi gli effetti durano almeno 8 mesi.

mercoledì 30 novembre 2011

Aumento Volumetrico delle Labbra.

L'utilizzo di fillers iniettabili sono una delle metodiche più diffuse per il ringiovanimento cutaneo.
Con l'avanzare dell'età i tessuti sottocutanei che supportano la tonicità della cute e rendono il volto "giovane", cominciano gradualmente ad assottigliarsi, rendendo accentuate le normali rughe di espressione; questo processo è aggravato dall'esposizione solare, diete, fattori genetici.
I filler sono i materiali che vengono impiegati per la correzione di questi inestetismi cutanei mediante "il riempimento" di rughe cutanee, delle cicatrici infossate o anche per l' ingrandimento delle labbra. Questi difatti permettono di colmare il deficit creatosi al livello del tessuto dermico.
Sebbene ne esistano in commercio moltissimi, ognuno di loro presenta pregi e difetti specifici. 
Tutti i fillers vengono iniettati localmente nell' area da trattare, e la maggior parte di essi consente di ottenere un effetto temporaneo, di durata variabile e dipendente dal tipo di materiale impiegato.
Ricordiamo che l'impiego di filler non riassorbibili è sconsigliato in quanto possono dare serie complicanze di non facile risoluzione; Inoltre tra i filler non riassorbibili, il silicone liquido è vietato dalla legge.
I primi, tra i quali bisogna ricordare il collagene, hanno il difetto di esporre a reazioni allergiche e di essere generalmente riassorbiti con rapidità.
Tra i fillers sintetici, l' acido ialuronico è al momento sicuramente il filler più utilizzato e con minori complicanze riportate in letteratura. Si tratta di un gel viscoelastico derivato da un polimero naturale dell' acido ialuronico. Poiché questo è un normale componente polisaccaridico della matrice intercellulare, non si verificano reazione allergiche al materiale quando viene iniettato per la correzione di inestetismi. 
La durata dell' effetto è limitata a circa 8 mesi, ma, data la facile disponibilità del materiale ed il costo abbastanza contenuto, è possibile programmare la ripetizione del trattamento ad intervalli periodici per garantire il mantenimento del risultato. 
I filler di ultima generazione sono più sicuri, hanno una maneggevolezza maggiore, e danno dei risultati stabilinel tempo; tra questi ricordiamo lo Juvederm® (Allergan) e il Restylane® (Q-Med).
Non esistono al momento controindicazioni conosciute al trattamento delle rughe con acido ialuronico. Poiché l' acido ialuronico è un normale componente della matrice intercellulare di tutti gli organismi viventi, incluso l' uomo, non è necessario prendere particolari precauzioni contro la possibilità di reazioni allergiche. In tutti gli studi effettuati, l'acido ialuronico ha dimostrato un' elevatissima compatibilità e sicurezza, ed in particolare, essendo prodotto per sintesi e non per purificazione da derivati animali, il materiale non espone al rischio di trasmissione di malattie o di reazioni indesiderate in pazienti con ipersensibilità a cibi comuni come carne di manzo, pollo o uova.
Ove necessario può essere utilizzato un'anestesia locale (tronculare), come quella del dentista, per addormentare le aree da trattare.
Utilizzando una siringa con ago molto sottile, il gel di acido ialuronico viene infiltrato superficialmente nella pelle, immediatamente al di sotto delle rughe da trattare. Il quantitativo di gel da infiltrare varia in base alla profondità ed all' estensione delle rughe. Nella maggior parte dei pazienti è sufficiente impiegare 1 ml. Di acido ialuronico.
Non sono descritte vere e proprie reazioni allergiche all' acido ialuronico. In 1 caso su 2000 si sono verificate lievi reazioni di ipersensibilità (rossore e modesto gonfiore), di durata limitata e prive di conseguenze.
Durante le prime 6-12 ore, soprattutto nelle pelli più delicate, si possono notare delle piccole strie arrossate, corrispondenti alle zone di passaggio dell' ago. Queste strie, quando presenti, scompaiono rapidamente e senza lasciare traccia. Durante la prima giornata si consiglia di bere abbondantemente, in modo da idratare i tessuti e migliorare l' efficacia del trattamento (l' acido ialuronico ha la proprietà di richiamare acqua in modo da mantenere costante nel tempo il suo volume). Inoltre è sconsigliata l'esposizione al sole durante le prime 48 h.
L' intervento non è doloroso,se non la sensazione di piccoli fastidi legati alle punture dell' ago.
Se si esclude il modesto rossore nelle aree trattate, avvertibile in qualche caso durante le prime 6-12 ore, l' infiltrazione di acido ialuronico non lascia segni visibili nelle aree trattate
Il risultato è immediatamente visibile ed apprezzabile. La durata della correzione ottenuta è variabile in base al tipo di acido ialuronico impiegato. Nella maggior parte dei casi gli effetti durano almeno 8 mesi.

LESIONE NERVI

I nervi sono simili a cavi elettrici e contengono molte fibre (assoni). Alcune di queste fibre sono sensitive, e provvedono alla sensibilità di aree ben definite, altre sono motorie e provvedono all’innervazione di muscoli e di ghiandole sudoripare.
Quando un nervo viene lesionato, si ha la perdita della sensibilità di un’area specifica, ed in caso di lesioni alte (avambraccio) la perdita delle funzioni motorie dell’area precedentemente innervata.
Il trattamento chirurgico delle lesioni dei nervi nella traumatologia della mano è sempre necessario se si vuole ottenere un recupero completo della sensibilità. Varie sono le metodiche impiegate: se non c’è perdita di sostanza, la sutura diretta dei due monconi è possibile; se la perdita distanza tra le due estremità è superiore ad 1 cm allora si possono usare degli "innesti" (una sorta di prolunga biologica) per la ricostruzione del nervo interessato; questi innesti possono essere prelevati da aree lontane dal sito traumatizzato (come la gamba) o dall’area lesionata e possono essere costituiti da nervi sani, da vene o da arterie. Quando un nervo viene riparato, le fibre ricrescono dall’estremità prossimale verso le dita. La sensibilità non ritorna immediatamente dopo l’intervento chirurgico. Il recupero di solito avviene dopo mesi in quanto bisogna considerare che la ricrescita del nervo è di circa 1mm al giorno; minore è l’età più veloce è la ricrescita. Le fibre sensitive hanno diverse funzioni, come veicolare la temperatura, dolore, vibrazione, sensibilità, etc. Le fibre meno sofisticate ricrescono prima.
Quando si ristabilisce la sensibilità, viene spesso avvertita inizialmente una spiacevole sensazione di dolore, soprattutto al contatto con freddo o caldo.
Con il passare del tempo tali fenomeni si attenuano e la sensibilità ritorna nella norma.
Nel frattempo bisogna prestare la massima attenzione a prevenire lesioni dell’area iposensibile da oggetti bollenti o taglienti (es: sigarette, utensili taglienti).
Il risultato delle riparazioni nervose è di solito buono anche se l’innervazione non recupera mai completamente dopo una lesione. Il massimo che si può attendere è una ripresa del 90%: il chè significa il recupero della sensibilità dolorifica, termica e tattile con discriminazione di due punte poste a 10-15 mm di distanza al livello del polpastrello. Inevitabilmente qualche fibra nervosa può non seguire la via della ricrescita lungo il nervo riparato, ma può svilupparsi intorno alla cicatrice. Queste fibre possono avvolgersi l’un l’altra fino a formare un nodulo a livello della cicatrice (neuroma). Questo nodulo è soffice e quando viene toccato può dare una sensazione simile ad una “scossa elettrica”, a volte molto doloroso, tale da compromettere completamente l’utilizzo della mano dolenteLa guarigione del nervo è molto ridotta quando questo avviene. Se un nervo diviso non viene riparato, la possibilità di sviluppare un neuroma è altissima. In questo caso la revisione chirurgica è sempre possibile, con varie metodiche che tendono a eliminare il dolore evocato. Le ultime tecniche permettono la sutura del nervo interessato dal neuroma all’interno di un altro nervo, in modo che le fibre del nervo traumatizzato ricrescono all’interno di un nervo sano, senza creare ulteriori problemi.

Dopo l’intervento viene posizionato un tutore confezionato su misura per proteggere la mano da eventuali movimenti accidentali. Questo dispositivo viene utilizzato per circa 4 settimane. Il tutore permette alcuni movimenti ma previene quelli dannosi. La mobilizzazione controllata è importante per prevenire l’adesione del nervo riparato con i tessuti circostanti. Difatti la fisioterapia è parte fondamentale del trattamento chirurgico.
In conclusione il controllo e la riparazione dei nervi lesionati è fondamentale nella traumatologia della mano. Una mano che recupera il movimento ma che ha perso la sensibilità è una mano insufficiente: la perdita della capacità di sentire gli oggetti impugnati o la mancanza di difesa del dolore da danni accidentali può provocare l’inabilità permanente della mano traumatizzata.

giovedì 24 novembre 2011

Riduzione Solchi Naso Genieni.

L'utilizzo di fillers iniettabili sono una delle metodiche più diffuse per il ringiovanimento cutaneo. Con l'avanzare dell'età i tessuti sottocutanei che supportano la tonicità della cute e rendono il volto "giovane", cominciano gradualmente ad assottigliarsi, rendendo accentuate le normali rughe di espressione; questo processo è aggravato dall'esposizione solare, diete, fattori genetici.
I filler sono i materiali che vengono impiegati per la correzione di questi inestetismi cutanei mediante "il riempimento" di rughe cutanee, delle cicatrici infossate o anche per l' ingrandimento delle labbra. Questi difatti permettono di colmare il deficit creatosi al livello del tessuto dermico.
Sebbene ne esistano in commercio moltissimi, ognuno di loro presenta pregi e difetti specifici. Tutti i fillers vengono iniettati localmente nell' area da trattare, e la maggior parte di essi consente di ottenere un effetto temporaneo, di durata variabile e dipendente dal tipo di materiale impiegato.
Ricordiamo che l'impiego di filler non riassorbibili è sconsigliato in quanto possono dare serie complicanze di non faciel risoluzionei; inoltre tra i filler non riassorbibili, il silicone liquido è vietato dalla legge.
I primi, tra i quali bisogna ricordare il collagene, hanno il difetto di esporre a reazioni allergiche e di essere generalmente riassorbiti con rapidità.
Tra i fillers sintetici, l' acido ialuronico è al momento sicuramente il filler più utilizzato e con minori complicanze riportate in letteratura. Si tratta di un gel viscoelastico derivato da un polimero naturale dell' acido ialuronico. Poiché questo è un normale componente polisaccaridico della matrice intercellulare, non si verificano reazione allergiche al materiale quando viene iniettato per la correzione di inestetismi.
La durata dell' effetto è limitata a circa 8 mesi, ma, data la facile disponibilità del materiale ed il costo abbastanza contenuto, è possibile programmare la ripetizione del trattamento ad intervalli periodici per garantire il mantenimento del risultato. I filler di ultima generazione sono più sicuri, hanno una maneggevolezza maggiore, e danno dei risultati stabili nel tempo; tra questi ricordiamo lo Juvederm® (Allergan) e il Restylane® (Q-Med).
Non esistono al momento controindicazioni conosciute al trattamento delle rughe con acido ialuronico. Poiché l'acido ialuronico è un normale componente della matrice intercellulare di tutti gli organismi viventi, incluso l' uomo, non è necessario prendere particolari precauzioni contro la possibilità di reazioni allergiche. In tutti gli studi effettuati, l'acido ialuronico ha dimostrato un' elevatissima compatibilità e sicurezza, ed in particolare, essendo prodotto per sintesi e non per purificazione da derivati animali, il materiale non espone al rischio di trasmissione di malattie o di reazioni indesiderate in pazienti con ipersensibilità a cibi comuni come carne di manzo, pollo o uova.
Ove necessario può essere utilizzato un'anestesia locale (tronculare), come quella del dentista, per addormentare le aree da trattare.
Utilizzando una siringa con ago molto sottile, il gel di acido ialuronico viene infiltrato superficialmente nella pelle, immediatamente al di sotto delle rughe da trattare. Il quantitativo di gel da infiltrare varia in base alla profondità ed all' estensione delle rughe. Nella maggior parte dei pazienti è sufficiente impiegare 1 ml. Di acido ialuronico.
Non sono descritte vere e proprie reazioni allergiche all' acido ialuronico. In 1 caso su 2000 si sono verificate lievi reazioni di ipersensibilità (rossore e modesto gonfiore), di durata limitata e prive di conseguenze. 
Durante le prime 6-12 ore, soprattutto nelle pelli più delicate, si possono notare delle piccole strie arrossate, corrispondenti alle zone di passaggio dell' ago. Queste strie, quando presenti, scompaiono rapidamente e senza lasciare traccia.
Durante la prima giornata si consiglia di bere abbondantemente, in modo da idratare i tessuti e migliorare l' efficacia del trattamento (l' acido ialuronico ha la proprietà di richiamare acqua in modo da mantenere costante nel tempo il suo volume). Inoltre è sconsigliata l'esposizione al sole durante le prime 48 h.
L' intervento non è doloroso,se non la sensazione di piccoli fastidi legati alle punture dell' ago.
Se si esclude il modesto rossore nelle aree trattate, avvertibile in qualche caso durante le prime 6-12 ore, l' infiltrazione di acido ialuronico non lascia segni visibili nelle aree trattate.
Il risultato è immediatamente visibile ed apprezzabile. La durata della correzione ottenuta è variabile in base al tipo di acido ialuronico impiegato. Nella maggior parte dei casi gli effetti durano almeno 8 mesi.

mercoledì 23 novembre 2011

Trattamento Melanoma

Il melanoma cutaneo è un tumore che colpisce la pelle, derivante dalle cellule deputate alla produzione di colore e che, per la sua elevata tendenza invasiva, è responsabile della maggior parte dei decessi dovuti a tumori cutanei. Rappresenta circa l'1% dei tumori maligni. Il melanoma si forma quando i melanociti crescono e si moltiplicano in modo anomalo, fuori dal controllo della cellula; può insorgere su un neo presente da tempo (anche dalla nascita) o su una zona di pelle normale. Può svilupparsi sulla pelle che ricopre tutte le regioni del corpo, tuttavia è più facile trovarlo sulla schiena e sul torace negli uomini, e sugli arti inferiori nelle donne.
Colpisce persone di ogni età, di entrambi i sessi, anche se è più frequente negli adulti; molto raramente, può anche insorgere nei bambini e negli adolescenti. E' il tumore più comune nelle donne tra 25 e 30 anni ed è al secondo posto nelle donne tra 30 e 35 anni.
Nella popolazione nera questo tumore è raro, e colpisce di solito le aree cutanee meno pigmentate, come il palmo delle mani o le piante dei piedi.
La degenerazione di questa forma tumorale, che spesso all'inizio si presenta sotto forma di un neo all'apparenza "innocuo", può essere tuttavia evitata se si mette in atto una diagnosi precoce.
La diagnosi precoce dei tumori cutanei consiste nel riconoscere le fasi iniziali dello sviluppo tumorale per intervenire tempestivamente quando le probabilità di guarigioni è massima. Un tumore cutaneo diagnosticato ed eliminato chirurgicamente in tempo può essere completamente guarito. Un'autoispezione regolare dei nei o altre lesioni cutanee ed un controllo periodico dello specialista dermatologo o chirurgo plastico sono la migliore prevenzione contro l'insorgere di tumori cutanei. Non aspettare di sentire dolori o altri disturbi, perché molte volte i Melanomi, anche quando sono molto sviluppati, non danno alcun fastidio. Sono piccole macchie cutanee di diversi colori, piatte o sporgenti, presenti fin dalla nascita o che si sviluppano nel corso della vita. Hanno origine dai melanociti, cellule responsabili della pigmentazione della cute e crescono fino a superare anche i due centimetri per poi non modificarsi più. In un adulto la modificazione di un neo talvolta può essere segno di una evoluzione tumorale conosciuta come melanoma. na lesione scura della pelle si valuta ricordando le prime 5 lettere dell'alfabeto: A B C D E: ASIMMETRIA:
Una forma irregolare, con una metà della lesione diversa dall'altra, depone per un neo atipico.
BORDI:
Se i bordi sono frastagliati, irregolari, con un aspetto a carta geografica, la lesione deve essere valutata da uno specialista.
COLORE:
Se il neo presenta un colore molto scuro o non uniforme e/o se sono comparse modifiche anche minime, la lesione deve essere adeguatamente monitorizzata
DIMENSIONE:
Se il neo ha un diametro superiore a 6 millimetri o se ha avuto un aumento di dimensione negli ultimi mesi, dovete rivolgervi allo specialista.
EVOLUZIONE o EMORRAGIA:
Se il neo ha modificato il suo aspetto iniziale o se ha sanguinato spontaneamente senza traumi, la lesione deve essere controllata dal dermatologo. Questo forse è il fattore più influente.
In caso di riscontro di uno o più di questi segni è opportuno consultare il proprio medico che potrebbe suggerire degli esami di approfondimento. Per un preciso controllo dei nei, lo specialista, il dermatologo o il chirurgo plastico, ricorre alle tecniche di osservazione di ultima generazione: la stereomicroscopia.

giovedì 17 novembre 2011

Un'importante perdita di peso nei pazienti obesi comporta sicuramente un miglioramento delle condizioni generali, ma ha come contropartita un eccesso cutaneo risultante nelle regioni addominale, toracica (mammaria), e degli arti (cosce e braccia).
Difatti la cute, a differenza di altri tessuti, è un organo elastico e sotto tensione tende a crescere dando come risultato un eccesso cutaneo stabile nel tempo: questo fenomeno è chiaramente visibile durante le gravidanze, dove l'eccesso cutaneo prodotto per contenere il feto permane quando i tessuti sottostanti si retraggono.
Inoltre il fenomeno è ben conosciuto anche in ambito ricostruttivo: per ottenere cute in regioni dove questa manca (ricostruzione mammaria, esiti ustioni, cicatrici retraenti) l'impiego di espansori cutanei è una metodica collaudata in ambito ricostruttivo. 
Alla luce di queste considerazioni un forte dimagrimento dovuto a chirurgia bariatrica, o solo per forza di volontà, comporta un fenomeno che in chirurgia plastica viene denominato ptosi cutanea. In questo ambito la chirurgia plastica può ripristinare lo status ante quo con metodiche specialistiche. Tra queste tecniche chirurgiche annoveriamo le più comuni: Addominoplastica, Lifting mediale cosce, Mastopessi/mastoplastica riduttiva, Branchioplastica, Torsoplastica.http://www.ivanlarusca.it/chirurgia_post_bariatrica/125/lt_1/chirurgia-post-bariatrica/Napoli/

martedì 15 novembre 2011

Sindrome del Tunnel Carpale.

La sindrome del tunnel carpale è dovuta alla compressione del nervo mediano all'interno di uno spazio delimitato inferiormente da una serie di ossa del polso, a forma di "U", e superiormente da un legamento, detto "legamento trasverso del carpo". All'interno del "Tunnel Carpale" passano difatti 9 tendini ed un nervo. I tendini non subiscono grosse alterazioni dalla compressione; viceversa il nervo, che è la struttura più delicata, và gradualmente in degenerazione se la condizione patologica non viene trattata. Le conseguenze vengono percepite come un'alterazione della sensibilità al pollice, indice, medio e metà dell'anulare, note come parestesie (formicolii), e nei casi più gravi, si può arrivare a veri propri dolori diffusi dalle dita all'avambraccio, più forti al mattino. Con il passare del tempo i deficit riportati diventano permanenti incidendo sulla sensibilità delle prima 3 dita e sulla forza dei muscoli del pollice che non possono essere curati dall'intervento chirurgico.
Le cause sono mutifattoriali, in parte legate a fattori ereditari, in parte ad una postura non corretta delle mani e del polso sul posto di lavoro (tipo davanti al computer).

Se si interviene in tempo è possibile trattare la sindrome del tunnel carpale effettuando un taglio a livello del legamento traverso del carpo, diminuendo la pressione all'interno del canale, in modo che le fibre nervose possono tornare a condurre le sensazioni specifiche (tatto, caldo e freddo) in modo fisiologico. L'intervento dura in media 20 minuti, con l'ausilio di un bracciale pneumatico per evitare il sanguinamento (Tourniquet).
L'anestesia viene effettuata a livello locoregionale ed il farmaco viene iniettato a livello del polso. Successivamente l'area resterà insensibile per circa 10 ore dopo l'intervento chirurgico. Al termine dell'effetto, se si avvertirà dolore, si possono assumere blandi antidolorifici. E' possibile l'applicazione di un drenaggio che verrà rimosso dopo 24-48 ore. Le estremità delle dita sono solitamente lasciate libere per permettere di osservare la vascolarizzazione della mano.
L'elevazione della mano è importante per prevenire il sanguinamento e il gonfiore delle dita. Una buona norma è posizionare la mano al di sopra del livello del cuore: se si è sdraiati è utile impiegare un cuscino per elevare la mano; se si cammina evitare di lasciare pendolare l'arto verso il basso; in alcuni casi sarà applicato un tutore a sorreggere l'arto operato.Al primo controllo viene ispezionata l'area operata. Il tempo di rimozione dei punti varia da 14 a 21 giorni. Una doccia può essere effettuata nei 3-4 giorni successivi la rimozione dei punti.

La mobilizzazione precoce della mano e delle dita è importante per recuperare velocemente le attività precedentemente svolte. Se necessita saranno prescritti dei cicli di fisioterapia.
Le cicatrici residue sono solitamente rosse e rilevate negli stadi iniziali. Con il passare del tempo la colorazione e la consistenza assumono l'aspetto della cute circostante. Solitamente a livello della mano non residuano cicatrici particolarmente evidenti. L'evoluzione di una cicatrice resta comunque un fattore non prevedibile. E' necessario comunque proteggere le cicatrici dall'esposizione solare almeno per 6-10 mesi dall'intervento chirurgico con l'ausilio di creme solari con schermo totale.

martedì 8 novembre 2011

La rinoplastica.

La rinoplastica consente di migliorare l'aspetto estetico del naso attraverso la riduzione (o in qualche caso l' aumento) delle sue dimensioni, il rimodellamento della punta, e la eventuale modifica delle narici e dell' angolo formato tra naso e labbro superiore.
E' estremamente importante che il paziente collabori con il chirurgo esprimendo chiaramente cosa desidera modificare, in modo che, dopo averne discusso con il chirurgo, possa scegliere assieme a lui le realistiche aspettative dall'intervento.
La rinoplastica non lascia cicatrici visibili, poichè nella maggior parte dei casi le incisioni vengono effettuate all' interno del naso. E' necessario ricorrere a piccole e praticamente invisibili cicatrici esterne solo nel caso di rimodellamento delle narici, se si effettua una rinoplastica aperta, o, per le fratture delle ossa nasali. La rinoplastica aperta, sebbene più complessa tecnicamente, consente di modificare le strutture nasali sotto controllo visivo. La scelta tra rinoplastica tradizionale chiusa e rinoplastica aperta dipende sia dalle preferenze del chirurgo che dal tipo di correzione che si desidera effettuare.
PRIMA DELL'INTERVENTO.
La durata di un intervento di rinoplastica varia da un' ora per l'intervento standard a 2 ore per una rinoplastica aperta. Sebbene si preferisca l' anestesia generale, è possibile, in casi selezionati, effettuare l' intervento anche in anestesia locale con sedazione. In ambedue i casi è richiesta una notte di degenza.
In assenza di malattie che compromettano lo stato di salute al punto da sconsigliare interventi chirurgici non necessari, la principale controindicazione all' intervento è data dalla giovane età. E' sconsigliabile eseguire una rinoplastica prima dei sedici anni nelle ragazze o prima dei diciassette nei ragazzi, e questo per non correre il rischio di alterare strutture che non hanno ancora terminato la loro crescita. Negli adulti, è invece importante avere aspettative realistiche sia per quanto riguarda il risultato ottenibile, sia, soprattutto, per il cambiamento che si ritiene l' intervento possa apportare alla qualità della propria vita. In casi particolari, prima dell' intervento può essere necessario un consulto con uno psicologo che possa valutare la coerenza delle aspettative con il risultato ottenibile.
In occasione della prima visita è estremamente importante giungere con tutte le informazioni necessarie per una corretta valutazione di precedenti malattie di un certo rilievo, e, nel caso specifico della rinoplastica, avere a disposizione dati e/o radiografie riguardanti precedenti traumi o fratture delle ossa nasali. Ricordarsi sempre, nella stessa occasione, di riferire al chirurgo l' uso abituale di medicinali, incluso l'uso di spray decongestionanti nasali.
Sono necessarie alcune precauzioni, al fine di ridurre il rischio di complicanze. In particolare è molto importante: Evitare di assumere farmaci contenenti acido acetilsalicilico (es. Alka Seltzer, Ascriptin, Aspirina, Bufferin, Cemerit, Vivin C, ecc.). Eliminare o ridurre il fumo almeno una settimana prima e dopo l'intervento (il fumo compromette la vascolarizzazione periferica, ed aumenta il rischio di sofferenza cutanea, in particolare negli interventi dove sono previsti estesi scollamenti). Alla vigilia dell'intervento è consigliabile praticare un accurato bagno di pulizia completo; rimuovere lo smalto dalle unghie delle mani e dei piedi. Non assumere cibi né bevande, a partire dalla mezzanotte. Il giorno dell'intervento si raccomanda di mantenere rigorosamente il digiuno, eliminare qualsiasi oggetto metallico, non truccarsi, indossare un indumento da notte comodo, di fibra naturale (cotone, seta) e abbigliamento intimo di tipo sportivo.
L'INTERVENTO.
L'intervento di rinoplastica consiste nell'effettuare piccole incisioni all' interno del naso, dalle quali è possibile rimodellare la componente ossea e cartilaginea dello scheletro nasale. Le tecniche che si impiegano variano da paziente a paziente, in base al risultato che si desidera ottenere: con ogni probabilità, tuttavia, verranno effettuate delle fratture alla base delle ossa nasali per poter rendere il naso più stretto, ed il dorso verrà leggermente abbassato. In particolare le fratture possono essere effettuate anche mediante un approccio esterno, tramite un microincisione di 3-4mm, che permettono un approccio più accurato, con una cicatrice residua praticamente non visibile a distanza di tempo. E' anche possibile che alcune parti del naso debbano essere aumentate di dimensioni, ed in questo caso sarà necessario utilizzare della cartilagine prelevata generalmente dal setto nasale. Al termine, la pelle si riassesta spontaneamente sul nuovo scheletro, determinando l'aspetto finale dell' intervento.
TRATTAMENTO POST - OPERATORIO.
Subito dopo l' intervento saranno applicati dei tamponi occlusivi in entrambe le narici, che normalmente vengono rimossi dopo 48 ore. Nella maggior parte dei casi viene anche sistemato un piccolo gesso sul dorso del naso, per impedire che le ossa possono spostarsi. Il gesso deve essere tenuto per 7 giorni, senza essere mai rimosso. Successivamente sarà indossato per ulteriori 7 giorni solo di notte. Per i primi 15 giorni, inoltre, saranno tenuti dei cerotti sulla superficie del naso, per modellarne la forma.
Nelle prime 24 ore dopo l'intervento sarà presente edema (gonfiore) del volto e delle palpebre, spesso accompagnato da ecchimosi. In genere il dolore è minimo ed il fastidio maggiore è praticamente limitato alla presenza dei tamponi nasali. In ogni caso, viene prevista una terapia antidolorifica con dosaggi adeguati al mantenimento di un decorso confortevole. L'edema e le ecchimosi gradualmente si attenuano e scompaiono quasi completamente in una settimana. La profilassi antibiotica, iniziata il giorno dell' intervento, verrà generalmente sospesa all' atto della dimissione. Dopo la rimozione dei tamponi, il paziente tornerà a controllo dopo 7 giorni dall' intervento per la rimozione del gesso e successivamente a 1, 3, 6, 12 mesi. I controlli successivi, comunque necessari, saranno su base annuale. E' importante evitare traumi per i primi 3-4 mesi.
POSSIBILI COMPLICANZE.
In qualsiasi intervento chirurgico è presente un minimo grado di rischio che, tuttavia, può essere enormemente limitato se vengono seguite tutte le precauzioni prescritte. Nel caso specifico della rinoplastica i rischi più comuni sono fortunatamente limitati e rari. Tra questi è necessario includere gli ematomi, le infezioni e le reazioni all' anestesia (più frequenti negli interventi in anestesia locale). In qualche caso può essere necessario effettuare un piccolo ritocco, a distanza di un anno dal primo intervento, per la correzione di piccole irregolarità residue.
Il raggiungimento dell' aspetto definitivo del naso operato richiede almeno 12 mesi, durante i quali si verifica la completa scomparsa dell' edema e termina il processo di maturazione delle cicatrici. La sensibilità della pelle del naso, che è normalmente ridotta subito dopo l' intervento, riprende gradualmente e spontaneamente durante questo stesso periodo.
DOPO L'INTERVENTO.
ll paziente può alzarsi dal letto poche ore dopo l'intervento. I capelli possono essere lavati dopo 3-4 giorni. La guida è consentita dopo 1 settimana.
L' esposizione al sole ed al calore può determinare un aumento improvviso dell' edema, ed è sconsigliata per i primi mesi dopo l' intervento.
Le attività sportive potranno essere riprese dopo 2 settimane, a condizione che non espongano al rischio di traumi al volto (in particolare, andranno evitati tennis, calcio, nuoto e tutti gli sport in cui sia presente contatto fisico).

venerdì 4 novembre 2011

Trattamento Tumori Cutanei

La pelle è considerata un vero e proprio organo. Oltre a svolgere una funzione di protezione, aiuta a regolare la temperatura corporea, mantiene le riserve di acqua e grasso, e produce la vitamina D. E' formata da due strati: uno esterno (epidermide), e uno più interno (derma). Nello strato inferiore dell'epidermide si trovano i melanociti, cellule che producono la melanina, il pigmento che dà il colore alla pelle. Esistono due categorie principali di tumori della pelle: il tumore a origine dell'epidermide chiamato epitelioma e il tumore formato dai melanociti chiamato melanoma.
Entrambi sono causati principalmente da un'esposizione eccessiva o incontrollata ai raggi ultravioletti ed entrambi possono portare alla morte.I tumori cutanei sono facilmente visibili ed individuabili dal paziente stesso; ciò permette quasi sempre una diagnosi precoce e quindi una asportazione chirurgica del tumore che porta quasi sempre ad una sicura guarigione. I tumori cutanei più importanti sono gli epiteliomi tra cui il basocellulare e lo spinocellulare ed il melanoma. L'epitelioma è il più comune tumore cutaneo. Si differenzia in una forma poco aggressiva, chiamato basocellulare, ed una forma più aggressiva chiamato spinocellulare. Il tumore è caratterizzato inizialmente da una chiazza o da un piccolo nodulo del colore della pelle circostante delimitato da piccoli noduletti, come capocchie di spillo traslucide, chiamati perle basaliomatose.
Esistono forme cliniche estremamente differenziate, talvolta può assomigliare ad un melanoma, ma con una visita specialistica, dal dermatologo o dal chirurgo plastico, è possibile fare una diagnosi sicura.
Tipicamente insorge su pelle esposta al sole, ma può colpire qualunque parte del corpo. In ogni caso, in oltre l'80 per cento dei casi colpisce il volto.
Fortunatamente le metastasi sono rare, ma questo tumore può essere molto aggressivo invadendo i tessuti circostanti con un accrescimento sia superficiale che profondo. In questo caso possono aversi gravi distruzioni dei tessuti sottostanti.
La diagnosi precoce consente di eliminare in modo definitivo la malattia e l'asportazione chirurgica tempestiva, con una accurata ricostruzione plastica, porta sempre alla guarigione.Varie sono le metodiche impiegate per la ricostruzione dell'area colpita dai tumori cutanei.
Generalmente per piccoli tumori la chiusura dei margini per prima intenzione è sempre possibile con cicatrici lineari. 
Per tumori più grandi, o per quelli ai limiti con aree particolari, come le palpebre, le labbra il naso o le orecchie, l'utilizzo di lembi può essere di ausilio nella ricostruzione chirurgica.Un'altra tecnica ricostruttiva, impiegata per aree grandi ma superficiali, è l'impiego di innesti cutanei, ovvero l'impiego di cute prelevata da distretti lontani e trapiantata sull'area da ricostruire.Indifferentemente dalla tecnica impiegata è necessario ottenere una radicalità chirurgica, confermata dell'esame istologico, ed un controllo periodico ogni
3/6 mesi per valutare l'eventuale insorgere di recidive.

giovedì 3 novembre 2011

Cisti Sinoviali


Una cisti sinoviale (denominata anche cisti tendinea o ganglio) è una sacca ripiena di liquido che mantiene stretti rapporti sia con le articolazioni (es. polso) che con i tendini. Questo accade perché il liquido sinoviale "ernia" (fuoriesce) attraverso una piccola area di debolezza della capsula articolare o della guaina dei tendini.
Le cisti sinoviali vanno rimosse chirurgicamente quando causano dolore o problemi funzionali. Esse possono essere molte fastidiose quando comprimono un nervo. Alcune di queste possono essere lasciate in situ se non causano problemi. Talvolta possono scomparire spontaneamente. Il trattamento chirurgico consiste nella rimozione della cisti sinoviale e dell'area di origine.
La maggior parte delle cisti sinoviali può essere rimossa in anestesia locale in Day Surgery. La dimissione avverrà con una medicazione che verrà rimossa dopo 1 settimana per ispezionare la regione.
L'elevazione della mano è importante per prevenire il sanguinamento e il gonfiore delle dita. Una buona norma è posizionare la mano al di sopra del livello del cuore: se si è sdraiati è utile impiegare un cuscino per elevare la mano; se si cammina evitare di lasciare pendolare l'arto verso il basso; in alcuni casi sarà applicato un tutore a sorreggere l'arto operato. Indifferentemente dal sito della cisti sinoviale dopo l'intervento possono essere effettuati dei movimenti leggeri. La guida può essere ripresa dopo 1 settimana. Il ritorno al lavoro varia secondo l'occupazione svolta. I punti sono rimossi dopo 2-3 settimane dall'intervento chirurgico.
Le cicatrici residue sono solitamente rosse e rilevate negli stadi iniziali. Con il passare del tempo la colorazione e la consistenza assumono l'aspetto della cute circostante. Solitamente a livello della mano non residuano cicatrici particolarmente evidenti. L'evoluzione di una cicatrice resta comunque un fattore non prevedibile. E' necessario comunque proteggere le cicatrici dall'esposizione solare almeno per 6-10 mesi dall'intervento chirurgico con l'ausilio di creme solari con schermo totale.Si può sviluppare una certa rigidità nei movimenti della mano a seguito di un'immobilizzazione più o meno prolungata della mano. Il processo non è prevedibile, ma una volta diagnosticato, si può intervenire mediante fisioterapia.Raramente può accadere una recidiva dopo l'asportazione di una cisti sinoviale.
Le cisti sinoviali del dorso delle dita, in rapporto con la matrice ungueale, possono causare per compressione un solco nell'unghia. Di solito ciò si risolve con l'intervento ma occasionalmente tale solco può persistere anche dopo l'asportazione.

venerdì 28 ottobre 2011

La liposuzione

La liposuzione consente di rimuovere gli accumuli adiposi localizzati. Le zone che possono essere trattate sono i fianchi, le cosce, i glutei, l'addome, le braccia, le ginocchia, le caviglie, le spalle, il collo e la regione sotto il mento.
La lipoaspirazione o liposcultura , come viene definita da alcuni, permette di rimodellare la figura e di ridurre la taglia, ma non è indicata per perdere peso.
Nella maggior parte dei casi trattati si verifica, tuttavia, un calo ponderale successivo all' intervento legato a fattori metabolici e, soprattutto, psicologici.
Nei casi in cui, all'accumulo di grasso, si accompagna una evidente lassità cutanea, il chirurgo può suggerire in alternativa o in associazione alla liposuzione un intervento didermolipectomia, mediante il quale vengono rimossi contemporaneamente grasso e cute in eccesso.
La quantità di tessuto adiposo che può essere asportata dipende da vari fattori (corporatura, elasticità dei tessuti cutanei) e normalmente non supera i 2 - 3 litri. In casi particolari, con particolari precauzioni, si può raggiungere e superare i 10 litri.
L'intervento può essere eseguito in qualsiasi periodo dell'anno, si preferisce però evitare l'estate. Con il caldo, infatti, può essere scomodo indossare la guaina elastica che viene prescritta per favorire il riassorbimento dei liquidi e l'accostamento della pelle ai tessuti sottostanti.
Inoltre si deve considerare che, dopo l'intervento, è sconsigliato esporsi al sole per almeno quattro settimane.
La durata dell'intervento di liposuzione è variabile e dipende dall'estensione delle zone da rimodellare, dal tipo di anestesia e dalle tecniche che verranno utilizzate.
In generale la durata minima è di circa mezz'ora per liposuzioni limitate (es. mento) eseguite in anestesia locale con tecnica tradizionale mentre, per gli interventi che riguardano una superficie ampia o più regioni, che richiedono l'anestesia generale, il tempo richiesto aumenta fino alle due ore.