mercoledì 13 maggio 2015

Botulino negli uomini non solo per le rughe ma anche per preservare i colori ed i profumi delle loro camicie.

Il Botulino infatti ha proprietà miorilassanti temporanee e, così come riesce a cancellare le
rughe per 4/5 mesi, riesce per un periodo anche superiore a rilassare la muscolatura delle
ghiandole sudoripare eliminando il sudore. Ma quali sono le differenze tra uomini e donne? Le donne vogliono eliminare completamente tutte le rughe, aprire lo sguardo e cercare di sollevare il sopracciglio. I maschi invece non vogliono sembrare ragazzini, ma uomini in forma ai quali deve essere lasciata sempre qualche ruga, per sottolinearne l’esperienza maturata un po’ come le cicatrici riportate durante le tante battaglie. Inoltre le caratteristiche maschili devono essere preservate facendo molta attenzione a non alterare la forma delle sopracciglia, evitando femminilizzazioni del volto. Tutto ciò possibile con trattamenti personalizzati, modulati e soprattutto sicuri. Gli studi
Scientifici sulla tossina botulinica, che ne hanno comprovato la sicurezza non solo in ambito estetico 
ma in tantissimi campi della medicina, sono ormai più che numerosi.

Brotox: l’evoluzione dell’uomo… passando dal Pibe de Oro al Pibe de Brotox.

Sono finiti i tempi in cui gli uomini andavano al bar parlando di solo due argomenti: donne e calcio. Si è passato dal rude maschio alpha al metrosexual che parla con gli amici di bellezza, epilazione e creme che spesso rubano dal beauty della compagna. Se prima la chirurgia e la medicina estetica erano un argomento al femminile quasi tabù per il sesso forte, oggi sono proprio le iniezioni di tossina botulinica il trattamento di medicina estetica che negli ultimi anni ha avuto più di tutti gli altri un incremento nel sesso maschile.
E più di Botox si deve parlare di Brotox un neologismo derivante dai due nomi Brother
e Botox appunto. Ultimo esempio di questa trasformazione Diego Armando Maradona passato dal soprannome Pibe de Oro a quello di Pibe de Botox dopo che è apparso recentemente sui magazine con un volto “stirato” forse troppo. Ed anche in questo caso, come spesso accade quando appaiono volti famosi trasformati, la stampa ha nuovamente fatto confusione addebitando all’uso di botulino le labbrone gonfie con cui si è mostrato la mano de dios in tv. Non solo un trattamento per rilassare il volto e ridurre le rughe, ma uno stile di vita; come la giacca blu con la cravatta, meglio se con un nodo Windsor, divenendo una sorta di livella sociale. Dapprima gli uomini accompagnavano le loro compagne negli studi di chirurgia plastica e spesso ne approfittavano per fare domande sul proprio aspetto; oggigiorno invece vi si recano da soli avendo idee molto chiare: non vogliono essere solo più belli ma sembrare più in forma più giovani per restare competitivi al lavoro. Secondo la rivista Myself un uomo considerato bello viene pagato il 17% in più di un uomo considerato "bruttino”. I numeri parlano chiaro, un vero e proprio boom al maschile: negli USA il numero totale di procedure cosmetiche è aumentato di oltre il 273% dal 1997. Nel 2009 solo l'1% degli italiani ricorreva a ritocchi estetici, questo dato è aumentato media di 39 anni.




martedì 29 ottobre 2013

L’utilizzo del Botox nella modificazione dell’umore e degli stati depressivi

Prima dell’estate in numerose testate giornalistiche sono usciti numerosi articoli in cui si annunciava, con un certo allarmismo, che il trattamento con Botox poteva determinare l’insorgenza di uno stato depressivo. Viceversa, da una attenta analisi della letteratura è stato dimostrato l’esatto contrario.
Da alcuni anni l’attenzione di vari ricercatori (psicologi, psichiatri, chirurghi plastici e dermatologi) si è rivolta allo studio del ruolo del Botox nel trattamento della depressione e, più in generale, nel miglioramento dell’umore dei pazienti sottoposti a trattamenti estetici con botulino.
Questa capacità del trattamento estetico con Botox trova il suo fondamento in numerosi studi che hanno evidenziato come i movimenti dei muscoli mimici possono influenzare il nostro stato d’animo, umore ed anche grado di depressione; nello specifico sono stati presi in considerazione il mimetismo facciale ed il contaggio emozionale. Il primo consiste nel fenomeno per cui ciascuno di noi tende ad assumere espressioni sincrone a quelle di un nostro interlocutore (es. si sorride se uno ti sorride o si è seri se l’altro è serio). Il contagio emozionale è il processo per cui le emozioni di una persona sono trasmesse ad un'altra, anche inconsciamente, tramite le espressioni facciali (es. una persona con espressione triste ci suscita tristezza).
I trattamenti estetici con Botox agiscono prevalentemente su muscoli mimici che sono coinvolti in espressione con connotato negativo. I muscoli centrali del terzo superiore del volto (interessanti la glabella e la regione frontale)   agiscono   in   espressioni   di   rabbia, tristezza, seriosità, preoccupazione e paura. Viceversa i muscoli laterali del terzo superiore (l’orbicolare, responsabile delle cosidette “zampe di gallina”) determinano espressioni con significato positivo, visibili soprattutto durante l’atto del sorriso. In generale il trattamento con Botox dei sopracitati muscoli provoca, se correttamente eseguito, prevalentemente la riduzione di espressioni negative, conferendo al volto un aspetto più disteso e sereno.
Il blocco dei  movimenti dei  muscoli implicati in emozioni negative determina il miglioramento del percepito emozionale grazie al feedback facciale e, in una situazione sociale, una risposta più favorevole e positiva da parte degli altri grazie al mimetismo facciale e al contagio emozionale.
Tutto ciò non è solamente teorico ma comprovato da riscontri scientifici che attestano l’efficacia del trattamento con botox nella riduzione sia della depressione che nel miglioramento dell’umore e dello stato emotivo.
Questi studi dimostrano le incredibili potenzialità che questo farmaco ha e come possa, dopo tanti anni di utilizzo in campo medico, ancora stupirci e mostrare applicazioni inimmaginabili. 


(A cura di A.I.T.E.B. – Associazione Italiana Terapia Estetica Botulino)

venerdì 24 febbraio 2012

BOTOX: Quando può essere usato?

ROMA - A Torino il procuratore Raffaele Guariniello ha avviato un'indagine conoscitiva sulle "vittime del Botox" in Italia. L'iniziativa del magistrato nasce da un rapporto dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) secondo il quale negli ultimi tre anni sono almeno trenta i pazienti, uomini e donne, che hanno lamentato reazioni avverse dopo il trattamento con la tossina spiana-rughe. Tra Aifa e i chirurghi plastici si è così riaperto lo scontro.

Botox, i rifatti celebri 1

A riaccendere le polemiche è anche una nota che l'Aifa ha inviato di recente ai medici, nella quale si ribadisce che il botulino può essere usato per i trattamenti estetici, ma solo per le rughe glabellari, ossia quelle verticali che si formano tra le sopracciglia a una certa età. "Nella medicina estetica - si legge nella nota - , la tossina botulinica è approvata unicamente per il trattamento delle rughe glabellari, tuttavia è usata impropriamente anche per altre tipologie di rughe con il conseguente rischio di esporre i pazienti a trattamenti per i quali non è stata dimostrata la sicurezza".

L'Aifa ricorda le caratteristiche e gli effetti della tossina botulinica che "agisce direttamente sulle giunzioni neuro-muscolari e penetra all'interno del motoneurone, dove inibisce il rilascio dell'acetilcolina, impedendo la trasmissione dello stimolo nervoso e causando paralisi muscolare flaccida". L'Agenzia ricorda quali sono gli usi terapeutici - si va dalla spasticità focale alle disabilità della mano e del polso conseguenza di ictus fino all'emispasmo facciale - poi passa alla medicina estetica, "convalidando" l'utilizzo della proteina botulinica di tipo A per un unico caso: il "temporaneo miglioramento delle rughe verticali, di grado da moderato a grave, tra le sopracciglia al corrugamento, negli adulti di età superiore ai 65 anni, quando la gravità di tali rughe ha un importante impatto psicologico per il paziente".

Al di fuori di questa circostanza, secondo l'Aifa, l'uso del botulino per fini estetici, in particolare in siti di iniezione particolarmente delicati come le rughe intorno agli occhi, sulla fronte, intorno alle labbra e nel collo, è "off label", è cioè un uso diverso da quello per il quale la tossina è stata testata. In assenza di studi specifici può dunque "esporre i pazienti a seri rischi". Aldilà delle disarmonie estetiche come le "labbra a canotto" o gli zigomi bombati, l'Aifa afferma che "per esempio, la somministrazione della tossina botulinica in zone attorno alla bocca può compromettere l'uso dei muscoli della masticazione e creare disturbi del linguaggio".

Il problema è che la tossina si diffonde dai "muscoli bersaglio" a "gruppi muscolari non interessati" e quindi "potrebbe comportare gravi rischi per la salute del paziente" con reazioni avverse quali "ptosi palpebrale, cefalea, nausea, paralisi facciale focale, parestesie e formicolii, astenia, debolezza muscolare, disfagia, sindrome simil-influenzale, reazioni cutanee, reazioni allergiche, disturbi oculari". Per questo, l'Aifa raccomanda ai medici cautela nell'uso estetico della tossina botulinica e di attenersi rigorosamente "a quanto autorizzato nel Riassunto delle caratteristiche del prodotto" oltre a informare adeguatamente i pazienti dei possibili rischi conseguenti alla somministrazione della tossina.

Le reazioni della medicina estetica sono state immediate. "Il botulino è sicuro: è uno dei farmaci più studiati al mondo - dice Giulio Basoccu, chirurgo estetico responsabile della Divisione di chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva dell'Ini (Istituto neurotraumatologico italiano - . I danni sono frutto solo di medici inesperti e sostanze illegali fatte passare per Botox. E' vero - aggiunge Basoccu - in Italia l'uso del Botox a scopo estetico è 'autorizzato' solo per le rughe glabellari, e le indicazioni vanno rispettate; però è altrettanto vero che nel resto del mondo viene utilizzato in grandissime quantità, e quindi anche con un enorme valore statistico, nella zona degli occhi, della fronte, del collo".

Secondo Basoccu, in tutto il mondo sono state impiegate quasi 4 milioni di fiale antirughe in oltre 15 anni, eppure la casistica di fenomeni avversi e danni che può provocare l'uso del Botox è molto molto bassa. "Detto questo - conclude il chirurgo estetico - il procuratore Guariniello bene fa ad aprire un'indagine per verificare il corretto uso del Botox in Italia, ma è molto difficile indagare sulla capacità di un medico. Sono le mani inesperte a fare danni. E le sostanza illegali che sono vendute come Botox".

Sulla stessa linea Nicolò Scuderi, chirurgo plastico dell'università La Sapienza di Roma: "Dal 2004, anno in cui si è cominciato a usare il botulino in Italia, non c'è stato un caso legato alla tossina che non sia stato transitorio.
Ogni anno - dice Scuderi - si praticano 80mila trattamenti, vale a dire 240mila in tre anni: trenta 'reazioni avverse' non sono niente".


Chiariamo che il Botox è del tutto sicuro se usato nelle zone specifiche e se i prodotti non sono di dubbia provenienza ma, anzi, certificati, come quelli usati dal sottoscritto. 

Dottor Ivan La Rusca

martedì 7 febbraio 2012

TRAUMA AI TENDINI

I tendini decorrono dai muscoli dell'avambraccio alle dita, ed hanno la funzione di flettere (piegare) e di estendere (raddrizzare) le dita.
 I tendini si suddividono in Estensori e Flessori:
 tendini estensori sono 5 (uno per ogni dita) + 3 (Estensore proprio del mignolo, estensore proprio dell'indice e estensore breve del pollice). Inoltre in ogni dito (escluso il pollice) i tendini si inseriscono sulle articolazioni prossimali e distali.
tendini flessori sono 4 x 2 (8) + il flessore del pollice; per ogni dita, escluso il pollice, ci sono due tendini flessori: il flessore superficiale (che piega il dito dritto nel palmo della mano) e quello profondo (che piega l'ultima falange).
Una lesione dei tendini estensori può comportare l'impossibilità a sollevare una o più dita (a seconda del numero dei tendini coinvolti) oppure provocare delle deformità alle dita:La rottura del tendine che estende l'estremità delle dita può causare la caduta della falange distale e l'impossibilità alla sue estensione (trauma dell'articolazione interfalangea distale). La deformità residua è chiamata comunemente "dito a martello". Se non corretta l'estensione della porzione terminale del dito interessato non sarà più possibile.


TRATTAMENTO CONSERVATIVO. 


Il tendine guarisce se posizionato nella giusta posizione per 6-8 settimane. Per questo scopo può essere utilizzato uno splint (Stack splint) che bisogna indossare continuativamente per 6 settimane.


TRATTAMENTO CHIRURGICO.
A volte è necessario un intervento chirurgico con applicazione di un filo di Kirschner per la stabilizzazione dell'articolazione interessata. Inoltre può essere necessaria la ricostruzione chirurgica del tendine con fili di sutura. Il sistema di fissazione dell'articolazione viene tenuto in situ per sei settimaneUna lesione del tendine al livello della falange intermedia delle dita provoca una lesione parziale del tendine (rottura della bandelletta centrale). La lesione è difficile da diagnosticare. Se non riconosciuta velocemente e trattata, l'articolazione diventa rigida, in parte per il trauma, in parte per l'impossibilità all'estensione. Con il tempo, la falange intermedia si flette, mentre quella distale si estende, provocando una deformità detta a "bottoniera".Sfortunatamente queste lesioni sono difficili da trattare e necessitano di una riabilitazione prolungata. Un intervento chirurgico è quasi sempre necessario, ed una fissazione intra-articolare mediante un filo di Kirschner può essere richiesta. Quest'ultimo deve restare in situ per almeno tre settimane. Dopo l'intervento chirurgico le mani devono essere elevate per la prima settimana ed evitare di tenere la mano pendente. In seguito è fondamentale proteggere la mano mediante un tutore statico conformato ed effettuare fisioterapia. Un Terapista Occupazionale provvederà a confezionare uno "splint" protettivo su misura che previene eventuali movimenti accidentali. Questo dovrà essere usato di continuo (giorno e notte) per 4-5 settimane e successivamente di notte per altre 2 settimane. Un Fisioterapista si occuperà degli esercizi funzionali da eseguire. Questi sono finalizzati ad evitare che i tendini facciano aderenze con i tessuti circostanti affinché il movimento delle dita non risulti compromesso. La guarigione dei tendini è molto lenta e devono trascorrere circa 12 settimane prima che si ristabilisca una resistenza stabile. Bisogna prestare attenzione quando: si esce dal bagno, ci si veste, si apre la porta, si spreme il dentifricio, si raccoglie un oggetto.I punti vengono rimossi circa tre settimane dopo l'intervento. In seguito la cicatrice e la cute circostante diventano molto secche e massaggiare l'area con una crema idratante può essere di aiuto (es.: crema Nivea). Il ritorno al lavoro può avvenire con i seguenti ritmi: leggero 8 settimane, medio 10 settimane, pesante 12 settimane. Guidare: macchina 8 settimane, bicicletta 9 settimane, motociclo 10 settimane. Sport: 10-12 settimane.

venerdì 3 febbraio 2012

Seno: protesi difettose, chirurghi plastici denunciano la Pip

«Nello scandalo delle protesi Pip non solo le pazienti, ma anche noi chirurghi siamo parte lesa». È quanto affermano i medici dell'Aicpe, l'Associazione che riunisce i chirurghi plastici estetici, che hanno deciso di denunciare la società francese Poly Implant Prothesis, produttrice delle orami famigerate protesi, e dell'ente certificatore tedesco T.U.V. Rheinfeld, responsabile dei controlli. «Abbiamo depositato al tribunale di Roma una querela contro il fabbricante delle protesi Pip e contro chi avrebbe dovuto controllarle, in quanto i chirurghi che hanno utilizzato gli impianti incriminati sono stati oggetto di truffa, alla stregua di tutte le pazienti - afferma Mario Pelle Ceravolo, vicepresidente di Aicpe, la prima associazione in Italia che riunisce chirurghi plastici che si dedicano principalmente all'aspetto estetico -. Siamo stati ingannati da un prodotto regolarmente accreditato con marchio CE e che, all'esame visivo, possedeva caratteristiche fisiche del tutto appropriate e ottimali per i tipi di intervento di mastoplastica che dovevamo effettuare - afferma il vicepresidente di Aicpe -. Abbiamo operato nel rispetto delle norme che regolano la professione medica, osservando le leggi vigenti in tutti gli stati europei». Anche l'elemento "prezzo" non ha permesso alcuna valutazione: «Le protesi Pip avevano un costo paragonabile a quello di altre protesi prodotte da ditte diverse, non sono state scelte sulla base di un costo inferiore ma per le loro caratteristiche intrinseche», aggiunge. L'utilizzo ultradecennale delle protesi Pip, inoltre, costituiva un ulteriore elemento tranquillizzante circa l'affidabilità del prodotto, dal momento che la letteratura scientifica non forniva elementi di segno negativo diversi da quelli delle altre protesi in commercio.
Al medico che ha collocato protesi Pip «non può quindi essere riconosciuta nessuna colpa in quanto ha utilizzato un prodotto con marchio CE, riconosciuto sia dalla comunità scientifica, sia dagli organismi incaricati del controllo sulla qualità». 


Dottor Ivan La Rusca

Protesi Pip al seno, indaga la procura. L'inchiesta sugli impianti non omologati.

Protesi al seno targate Pip, indaga la procura. A un mese dall'inchiesta avviata dai magistrati torinesi in seguito allo scandalo scoppiato in Francia che ha travolto la ditta oltralpe Poly Implants Prothese, adesso anche i pm di piazzale Clodio hanno aperto un fascicolo con l'ipotesi di reato di frode in commercio. 
Nessuna iscrizione nel registro degli indagati, per ora sul tavolo del procuratore aggiunto Roberto Cucchiari e del pubblico ministero Mario Dovinola c'è solo la denuncia presentata dalla Nicogen Srl, un'azienda romana che produce forniture per cliniche ed ospedali.
Nell'esposto arrivato in procura circa una settimana fa, viene indicata una società con sede a Firenze, concessionaria della ditta francese produttrice delle protesi mammarie sotto accusa. Riempite da silicone commerciale e per questo ritirate dal mercato, perché composte da materiale non conforme agli standard internazionali. Secondo le autorità sanitarie, infatti, chi ha le protesi della Pip ha rischi più elevati di fughe di silicone e di rottura dell'involucro. Un "danno d'immagine"  -  si legge nelle quattro pagine della denuncia  -  che ha spinto la Nicogen a passare alle vie legali.
L'inchiesta corre parallela con quella piemontese, dove il pubblico ministero Raffaele Guariniello ha già iscritto nel registro degli indagati JeanClaude Mas, il titolare della ditta francese fermato qualche giorno fa a Var. Il Ministero della Salute, intanto, ha disposto un censimento in tutte le strutture sanitarie, pubbliche e private, per individuare le persone portatrici delle protesi.


Dottor Ivan La Rusca